La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome, OSAS) è un disturbo respiratorio del sonno. E’ caratterizzato da episodi ripetuti di completa (apnea) o parziale (ipopnea) ostruzione delle vie aeree superiori con riduzioni fasiche dei valori della saturazione d’ossigeno arteriosa e possibile aumento dell’anidride carbonica ematica.
Le ripetute apnee e ipopnee determinano uno sforzo respiratorio con possibili variazioni della frequenza cardiaca, frammentazione del sonno ed aumento dei valori della pressione arteriosa, sia sistemica sia polmonare.
Ne sono affetti 1,6 milioni di italiani, ma solo il 10% di questi lo sa e si cura in modo appropriato.
I sintomi notturni che caratterizzano l’OSAS sono:
- russamento abituale,
- pause respiratorie nel sonno riferite dal partner,
- risvegli con sensazione di soffocamento
- sonno notturno agitato
- nicturia
- xerostomia
- sudorazione notturna eccessiva
Le conseguenze diurne dell’OSAS sono:
- sensazione di sonno non ristoratore
- cefalea
- eccessiva sonnolenza diurna
- aumentato rischio di incidenti stradali (da 3.5 a 8 volte maggiore della popolazione di controllo)
- deficit cognitivi (in particolare disturbi di memoria, concentrazione ed attenzione)
- depressione del tono dell’umore
- impotenza sessuale
La terapia medica ha come obiettivo l’eliminazione dei fattori predisponenti l’insorgenza dell’OSAS o del russamento.
Molti sono i trattamenti indicati per curare la sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno e questi dipendono dalla situazione clinica del paziente, dalla severità del disordine e, principalmente, dalla causa specifica dell’ostruzione.
Il clinico ha a disposizione molteplici soluzioni per aiutare chi è affetto da OSAS: dal cambiare il proprio stile di vita fino ad arrivare all’intervento chirurgico. Per curare le forme più lievi, ma più diffuse, della patologia investono un ruolo fondamentale i dispositivi intraorali prescritti dall’odontoiatra.
Un’accurata diagnosi è fondamentale per individuare se il paziente è a rischio OSAS o se ne è affetto. Questa si può effettuare partendo da un semplice test fino all’utilizzo di apparecchiature particolari che misurano il respiro durante la notte. L’odontoiatra può essere la figura sanitaria più adatta ad individuare un paziente a rischio.